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Il coaching per la gestione dei conflitti

Aggiornamento: 13 dic 2022

Per parlare di gestione dei conflitti credo sia fondamentale capire cos’è un conflitto.


Cos’è il Conflitto?


Definizione di conflitto: un conflitto è uno stato di disaccordo e disarmonia tra persone in relazione a idee o interessi incompatibili.

Il conflitto è anche parte integrante di ogni relazione.

Se ci pensiamo, infatti, in ogni relazione della nostra vita ci è capitato di essere in disaccordo e avere dei contrasti. Tanto più la relazione poi è importante e intima tanto più frequente può essere l’insorgere di conflittualità.

Già solo questo dato ci fa comprendere quanto sia importante saper gestire bene i conflitti se vogliamo avere delle relazioni soddisfacenti.

Pensiamo sempre che il conflitto sia negativo, che porti a vivere delle brutte sensazioni ma questa convinzione comune dobbiamo eliminarla il prima possibile per poter godere intensamente delle nostre relazioni.

Il confitto va quindi vissuto non come un problema ma come un momento di interazione da utilizzare per far crescere la relazione.



Convinzioni comuni


Per passare ad avere una mentalità positiva nei confronti dei conflitti dobbiamo eliminare quelle convinzioni comuni che tendono a renderci inefficaci nei confronti di un disaccordo relazionale.

I pregiudizi e le convinzioni limitanti che sono diventati luoghi comuni quando si parla di conflitti sono ad esempio:


· Se si litiga si distrugge la relazione

· Siamo in conflitto, la relazione non tornerà mai come prima

· Se mi arrabbio perdo il controllo

· È colpa tua se mi arrabbio

· Non litighiamo per il bene dei bambini


Questa piccola lista offre uno spaccato sulle idee più diffuse in merito ai conflitti.

Se anche tu ti ritrovi in una situazione che ti porta ad avere timore del conflitto allora queste mie parole potrebbero aiutarti a trovare qualche spunto per gestire al meglio queste situazioni.


Primo step per la gestione del conflitto: riconoscerlo


Spesso il passo più difficile è proprio riconoscere che esiste un conflitto partendo dal fatto che potrebbero essere presenti i pregiudizi che abbiamo visto in precedenza.

Se per esempio ritengo che litigando si metterà fine ad una relazione, cosa ci guadagno nel portare a galla una conflittualità? Se credo che il conflitto preveda per forza un vincitore e un perdente o che la rabbia sia solo distruttiva, dovrò combattere per non subire nel conflitto. Tutto questo è sicuramente faticoso, meglio il quieto vivere e quindi il non riconoscere il conflitto e non volerlo gestire.

È per questo che riconoscere in modo onesto e aperto l’esistenza di un conflitto è il primo passo per poterlo gestire proficuamente.


Impara ad accettare che i conflitti sono parte integrante della relazione.


È importante accettare il fatto che nelle relazioni tra le persone i conflitti possono esserci e non costituiscono per forza un problema. Imparare a gestirli porta la relazione ad un livello superiore in termini, per esempio, di fiducia e di rispetto.

Bisogna saper riconoscere la differenza tra l’emozione e il comportamento. Se provo rabbia, non significa automaticamente agire in modo aggressivo o violento. Accogliere la rabbia come emozione vuol dire riconoscerne la legittimità e osservarla senza giudizio. Elaborare la rabbia poi porta a comprenderne le ragioni e le intenzioni.

Riconoscere la rabbia prima di agire permette di avere a disposizione molte più opzioni in relazione al comportamento che ne consegue.


Accettare il fatto che un conflitto non è risolvibile


Il confitto non è risolvibile è una provocazione forte e la intendo se per la risoluzione si decide chi vince e chi perde, chi ha ragione o chi ha torto. Vista in questa prospettiva per me i conflitti sono irrisolvibili.

Il conflitto però si può trasformare, passando da scontro ad incontro tra le esigenze, i desideri o i bisogni diversi. La rabbia non va vista come nemica di questo percorso ma come potente strumento di comunicazione. Permette di prendere consapevolezza delle proprie esigenze comunicandole all’altra persona. Ricordati che il migliore alleato per trasformare il conflitto è il coinvolgimento dell’altra persona coinvolta.


Ma quali sono i passi da fare per gestire un conflitto?


1. Focalizzati sull’oggetto del problema e rimani concentrato

2. Evita pensieri distruttivi come eliminare l’altra persona dalla tua vita

3. Esplicita i motivi del conflitto, rendili noti all’altro

4. Prenditi del tempo, non reagire immediatamente passando da una reazione prettamente reattiva ad una comunicativa

5. Mantieni una comunicazione rispettosa, ascolta l’altro per conoscere i suoi pensieri ed opinioni sul problema senza interrompere.

6. Rimani nel problema non generalizzare

7. Sentiti libero/a di esprimere una critica limitandola però all’oggetto del conflitto e non alla persona. Più si diventa capaci di focalizzarsi sui comportamenti più è facile trovare opzioni risolutive.

8. Sentiti libero/a di dire NO. Essere compiacente quando vuoi dire no non è un modo utile di gestire il conflitto ma porta solo a coprirlo.

9. Individua i bisogni non espressi passando dall’attacco all’empatia. Ricorda che dietro la rabbia spesso si nasconde la paura.

10. Individua delle strategia che tengano i considerazione degli interessi in comune potando un compromesso che soddisfi entrambi.


La gestione dei conflitti è una competenza trasversale che puoi migliorare o addirittura imparare da zero.

Se uno dei tuoi obiettivi è saper gestire i conflitti in maniera efficace e trasformarli in punto di crescita della relazione, il Coaching è la disciplina che può portarti al livello che desideri.

Ti aspetto per la tua evoluzione!

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